Il gioco dell’illusione

 

 

 

L’illusione non altro che una falsa impressione che nasconde un errore e un inganno della percezione visiva.

 

 

 

La falsa impressione agisce su la reale visione delle cose, trasformando la realtà in una diversa intuizione.

 

Illudere ha una radice semantica vicina alla visione opposta, cioè illuminare, ma al contrario nasconde la reale conseguenza di una naturale esistenza, rendendo visibile ciò che non dovrebbe essere visto. Ciò che l’illusione ci fa vedere è ciò che si nasconde dietro all’evidente, facendo diventare ciò che è oscuro chiaro.

 

Su questa traccia possiamo agire con una percezione artistica, anche perché cos’è l’arte se non l’illusione del reale? Il progetto di mostra si avvale di questa dicotomia e per questo ogni significato applicabile al concetto d’illusione diventa spunto percettivo, trasformandosi in pensiero e in giudizio.

 

Gli artisti si muoveranno su i parametri delle diverse applicazioni del concetto d’illusione, seguendo il proprio pensiero ma tenendo conto, che è pur sempre un azzardo percettivo, un gioco tra realtà e finzione.

 

L’artista diventa illusionista, e come tutti gli illusionisti farà vedere ciò che è visibile, tenendo nascosto il trucco e la verità.

 

Non va solo considerata la visione del visibile, ma anche tutto ciò che riguarda la sensibilità umana, i possibili rapporti e le determinate circostanze che il vivere ci mette davanti. Per questo ogni espressione artistica può accedere a variazioni del concetto d’illusione, presentando il proprio punto di vista come esperienza di una delusione o di una fascinazione.

 

Considerando tutto questo sono molte le possibilità espressive che l’artista può esprimere, rimanendo in quell’illusione che la stessa realtà gli propone e l’esempio più classico viene proprio dalla pittura: cosa rappresentavano gli artisti impressionisti? La reale visione del non visibile? O l’idea data dall’illusione poteva impressionare una precisa percezione e, come uno specchio, riflettere le impressioni ricevute?

 

 

 

 

 

Massimo Innocenti